Archivio Maggio 2011

18/05 Assemblea, apericena e proiezione documentario NABAD KULANKA

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Do it your trash 3.0

Terza edizione di DoItYourTrash al csa next emerson, da venerdì 13 a domenica 15 Maggio 2011

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Riflessioni sulla criminalizzazione del movimento

5 arresti domiciliari, 17 obblighi di firma, 22 abitazioni perquisite all’alba, 78 indagati, 7 dei quali ritenuti appartenenti ad un’associazione a delinquere, fulcro di tutta l’inchiesta: questo il bilancio, sbattuto a tempo di record su tutti i maggiori canali d’informazione, dell’ennesima ventata repressiva che si concretizza durante un’assolata primavera fiorentina.

La montatura poliziesca parla dell’annientamento di una pericolosa cellula anarcoide, resasi protagonista di innumerevoli reati contro persone e patrimonio, stroncata giusto in tempo, ossia prima che potesse entrare a pieno titolo nel misterioso mondo dell’anarco-insurrezionalismo. Tale tesi è sostenuta e avvalorata dal sequestro di una gran quantità di materiale potenzialmente pericoloso.

La realtà, per fortuna lontana anni luce dalle farneticazioni di giornalisti imboccati a dovere dalla questura, racconta una composizione estremamente eterogenea dei compagni fermati, che appartengono a realtà diverse, diversamente caratterizzate. Compagni che hanno però saputo prescindere da etichette troppo strette per essere calzanti, che hanno saputo autorganizzarsi in maniera consapevole e determinata, che sono stati in grado di dare vita ad una mobilitazione studentesca la cui presunzione è stata quella di voler incidere, per una volta, in processi decisionali di palazzo troppo distanti da una quotidianità fatta di precariato, ingiustizia e rabbia. Le pratiche utilizzate sono state dettate da una frustrazione finalmente non più repressa, e sono quelle che da sempre accompagnano mobilitazioni popolari che si rifiutano di accettare l’appagamento fittizio che accompagna le sfilate rituali. Blocchi stradali, cortei non autorizzati e occupazioni non sono stati atti vandalici fini a se stessi: sono al contrario azioni che mirano a condizionare il presente, che esprimono la voce di chi è disposto a mettersi in gioco nella costruzione della società che desidera, anche commettendo un reato. Affrontare la combinazione giustizia-legalità è il primo passo di questo cammino: destrutturarla significa ammettere che la legge è scritta dall’autorità, che ne dispone a proprio piacimento condannando il giusto ed ufficializzando la prevaricazione; è per questo motivo che non dobbiamo vergognarci di non obbedirle mentre pretendiamo i diritti che ci sono dovuti.

Non deve sorprendere, di conseguenza, che il tentativo di voler influenzare la realtà, contro interessi e organismi grandi come montagne che al contrario cercano di isolarla, venga così duramente punito. Ma nessuna consapevolezza può giustificare la mancanza di stupore di fronte ad un castello accusatorio delle dimensioni di quello costruito dalla questura fiorentina. La sproporzione tra accuse e provvedimenti è talmente palese, come d’altronde confermano gli atti ufficiali e le dichiarazioni degli stessi questurini, che l’unica motivazione plausibile sembra essere quella di un processo alle intenzioni in grande stile. Interrompere un percorso, intimidire per arginare processi di crescita politica personale, mostrarsi in tutta la propria potenza e meschinità: sono queste probabilmente le giustificazioni a cui un’operazione del genere fa capo e che la rendono ancora più pericolosa. È per questo che chiunque possieda un briciolo di sensibilità ha obbligo di sentirsi toccato direttamente, perché il meccanismo disciplinare non aspetta di trovarsi di fronte a fatti computi per entrare in azione, ma al contrario rilancia e anticipando la proprie mosse pretende di entrare direttamente dentro le teste per correggere il pensiero malato. Oggi è toccato a “pericolosi” anarchici, domani forse potrebbe essere il turno di tutti coloro che rifiutano di obbedire, omologarsi e rinunciare in partenza alla propria capacità critica.

Il tentativo di bloccare un percorso personale coincide in questo caso con l’aggressione ai rapporti sociali che i singoli intraprendono: lo dimostrano il reato associativo, capo di accusa principale, e la faziosità con cui sono stati allegati al fascicolo le trascrizioni delle intercettazioni. Il principale imputato è il rapporto sociale, sano, costruttivo e non metodicamente programmato, che viene corroso e disgregato in favore di relazioni sterili e impersonali.  Da una parte quindi si puniscono i membri riconducibili ad una realtà circoscritta ed i loro rapporti individuali, dall’altra si provano addirittura ad isolare da persone e realtà che potrebbero essere potenzialmente solidali, attraverso la sapiente semina di un odio ipocrita, costruito a tavolino.

Solidarietà è una parola di cui si abusa, mai a sproposito, in casi del genere. Solidarietà in questo caso significa in primo luogo instaurare connessioni su molteplici livelli che devono, con la loro tela, inibire la violenza dell’aggressione che stiamo subendo. Per il resto, continuiamo sereni, senza la vergogna di cui ci vorrebbero far portatori, a percorrere il cammino che abbiamo intrapreso, convinti che le cadute sono fatte per rialzarsi.

COLLETTIVO D’AGRARIA

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12/05 Giornata in sostegno del referendum per l’acqua – Festa ad Agraria

Il 12 Maggio i Collettivi universitari fiorentini organizzeranno nelle proprie Facoltà la proiezione del documentario “Water makes money”.

A partire dalle 19:30 il documentario verrà proiettato alla Facoltà di Agraria, alle Cascine, dove tutti i Collettivi hanno organizzato aperitivo e festa con due sound

dalle 22:00 DJ SET —FESTA ALL’APERTO!!!

Abbomberos sound system (REAGGAE/DANZ)

Compagni di merende (TRASH)

 

Il ricavato andrà interamente devoluto per la campagna referendaria.

Il 12 e il 13 Giugno ricordati di andare a votare 4 si

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Sul 4 Maggio…

Nella mattinata di mercoledì 4 maggio, 22 studentesse e studenti medi e universitari sono stati bruscamente svegliati da uomini in divisa. Immediatamente sono scattate le perquisizioni, seguite dalla schedatura e dalla consegna di 22 ordinanze di custodia cautelare, tra cui 5 arresti domiciliari. Mentre sui maggiori quotidiani nazionali le veline ci narrano di questi “pericolosi anarchici” arrestati perchè violenti e quindi accusati di appartenere ad un’unica associazione a delinquere, uno studio più accurato degli atti accusatori delinea i contorni di un’operazione intimidatoria. Gli atti criminosi che sarebbero stati commessi dai giovani compagni sono quasi tutti collocati all’interno delle lotte per il diritto allo studio e contro l’università-azienda. Sono una semplice conseguenza dell’aver condotto una ferma resistenza alle politiche di smantellamento di scuola ed università ed alla capacità di autorganizzarsi. Non si tratta, però, soltanto di colpire gli studenti in quanto tali, ma c’è la precisa volontà di aumentare il livello repressivo nei confronti di chi oggi si oppone con mobilitazioni di massa, cortei, occupazioni ed autogestione di spazi di socialità e lotta. Azioni compiute da migliaia di persone vengono trasformate dal prisma della questura in semplici atti di delinquenza comune, quando invece sono stati l’unica risposta possibile al comportamento criminale del governo e dell’Unione Europea in materia di istruzione pubblica, lavoro, ambiente e politiche sociali.
Non lasceremo che questura e magistrati, attraverso simili montature realizzate ad arte per i media, fermino la nostra lotta.

Compagne e compagni uniti contro la repressione

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