Che aria tira.. Alle Cascine ?


Collettivo Agraria Firenze e Mamme No Inceneritore presentano

“Che aria tira… alle Cascine?”

Mercoledì 28 Marzo

Apericena di benvenuto dalle 18.30

Interventi dalle 21

– Introduzione a cura del Collettivo e delle Mamme No Inceneritore
– Effetto degli inquinanti sulle coltivazioni e sull’ambiente con Carlo Viti, Professore di Microbiologia alla Facoltà di Agraria di Firenze
– Inquinanti e loro impatto sulla salute pubblica con Marco Paganini, neurologo di Medicina Democratica
– Ecologia del parco della piana e impatto dello spostamento dell’oasi Val di Rose con Massimo Parrini di WWF Firenze

Di seguito il comunicato

INCENERITORE E AEROPORTO? NO, MONITORIAMO L’ARIA!

In queste settimane, alcune centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria verranno collocate all’interno dei nostri Poli -Novoli, Agraria e Sesto-. Queste analizzeranno in tempo reale, 24 ore su 24, sia il PM10 sia il PM2.5: rispettivamente, particolato formato da particelle inferiori a 10 µm, pertanto una polvere inalabile, e particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm, ovvero una polvere toracica in grado di penetrare profondamente nei polmoni.

E perché lo facciamo? Sicuramente non le introduciamo soltanto per verificare se l’aria che respiriamo quotidianamente sia inquinata o meno; al contrario ogni studente che trascorre le sue giornate all’interno di uno di questi poli sarà cosciente dell’insalubrità dell’aria che respira, così come lo è ogni altra persona che vive a Firenze, o in particolare nella Piana fiorentina. Le vogliamo introdurre piuttosto come atto politico, come strumento per dimostrarci presenti, attenti e attivi su una questione centrale e troppo spesso messa in secondo piano dall’Università: la nostra salute.

Negli ultimi anni, l’Università di Firenze si è dimostrata tutt’altro che interessata alla questione dell’inquinamento, o meglio è attiva, ma come promotrice di logiche di speculazione. Sappiamo tutti che nella Piana fiorentina, già ampiamente inquinata, il Partito Democratico e i rispettivi sindaci intendono costruire un inceneritore di rifiuti e allargare l’aeroporto di Firenze, attraverso la costruzione di una nuova pista. Quest’ultima sarà costruita a poche centinaia di metri dal recente Polo Scientifico di Sesto creando numerose problematiche agli studenti e ai lavoratori dell’Università. L’Università invece di adoprarsi per formulare alternative migliori per la salute degli abitanti “regala” terreni alla Curia fiorentina per costruire chiese o all’imprenditore Ferragamo per realizzare boschetti che mitighino l’inquinamento dell’attuale aeroporto.

Non solo! infatti l’UniFi contribuisce attivamente a rendere compatibili il territorio e le infrastrutture della Piana con questi progetti, supportandoli con studi e attuando ricerche e campagne di sensibilizzazione che, ad esempio, negano ogni tipo di nocività o inefficienza di quel tipo di modello di gestione di rifiuti. Questo è il caso di LUDA (Large Urban Distressed Area) uno dei progetti promossi dall’Unione Europea, che vede coinvolto il Dipartimento di Tecnologia e Design dell’Unifi, allo scopo di riqualificare le aree degradate delle grandi metropoli. I fondi stanziati per “riqualificare la Piana” vengono impiegati per lo sviluppo del territorio in linea, però, con il piano industriale voluto dal PD nel 2005, che prevede, tra le altre cose, la costruzione e l’ampliamento di aeroporto, inceneritore e TAV.

Dai fatti risulta chiaro che per quanto l’Università debba essere luogo di produzione del sapere, neutrale e estranea a logiche di speculazione, così non è. L’UniFi ha un ruolo tutt’altro che passivo nel futuro della Piana fiorentina ed è necessario che noi, studenti e studentesse, insieme agli abitanti e agli altri soggetti interessati, si lotti affinchè queste opere non siano costruite e per la realizzazione del Parco della Piana.

Perciò, aderiamo al progetto: “Che aria tira?”, nato da un’idea delle Mamme NO Inceneritore e attualmente attivo nella Piana Fiorentina, consistente in una rete di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria. Un bisogno nato dalla carenza di centraline ufficiali e una dubbia gestione dei dati da parte dell’Arpat. Anche noi vogliamo monitorare l’aria in maniera indipendente da logiche di profitto, liberi di conoscere la nostra condizione, per quella che è e per mezzo di strumenti da noi stessi controllati.

Collettivo Politico di Scienze Politiche, Collettivo di Agraria e Collettivo di Scienze.

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