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ROSARNO GRIDA

INCAZZATI NERI! ROSARNO GRIDA!

A Rosarno è scoppiata la bomba! Più o meno così titolano tutte le
prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali in questi giorni.
Diciamo subito che più che parlare di bomba, sarebbe meglio definirlo
un grosso petardo, il primo e probabilmente nemmeno il più potente di
quella grossa polveriera chiamata immigrazione. Stavolta ad innescarlo
sono stati dei bulletti locali, che per ingannare la noia della
periferia hanno pensato bene di prendere un fucile a pallini ed
inventarsi il “tiro al negro”, magari dopo essersi allenati su cani e
gatti. Ma stavolta si sono trovati di fronte una reazione che non si
aspettavano, perché, si sa, figurati se quelle bestie sono capaci di
provare un minimo di orgoglio e di amor proprio. Loro forse non se lo
aspettavano, qualcun altro certamente si: da che mondo è mondo gli
schiavi prima o dopo insorgono contro il padrone, spesso quello che
manca è solamente la scintilla. Perché di questo si tratta, se non
fosse chiaro. È di schiavitù che stiamo parlando in questo caso, del
famoso caporalato del meridione che finisce sui trafiletti dei giornali
solo quando qualche poveraccio viene ritrovato assassinato in mezzo
alla campagna, dopo aver provato a scappare o semplicemente a
rivendicare i propri diritti. La rassegnazione stavolta ha lasciato il
posto alla rabbia, quella accumulata in anni di sofferenze, quella
cieca, che non si può più trattenere, che deve in qualche modo essere
espressa e sfogata. A farne le spese è stata la cittadina di Rosarno,
ormai diventata emblema di un conflitto etnico che rappresenta soltanto
la punta dell’iceberg del cosiddetto “problema immigrazione” in Italia.
La vicenda infatti si è sviluppata all’interno di un contesto nazionale
semplicemente agghiacciante. Le politiche governative in termini di
immigrazione, da sempre discriminanti e restrittive, si sono ridotte
semplicemente alla lotta dura contro quella clandestina, che come è
tristemente noto è diventata reato con l’applicazione dell’ultimo
pacchetto sicurezza, vero concentrato di delirio securitario. A sentire
il ministro dell’interno, non a caso appartenente ad una parte politica
dichiaratamente razzista, sembra che la soluzione risieda nei
respingimenti dei barconi, nelle espulsioni, nelle reclusioni in
moderni lager chiamati C.I.E., nell’inasprimento generale delle pene.
Dall’altro lato si levano come al solito solo deboli voci di protesta,
più legate ad esigenze propagandistiche che realmente sentite da chi le
esprime. Evidentemente la risposta non si trova nella politica
istituzionale, e lo dimostra la realtà che meglio conosciamo, quella
fiorentina. Nella città che rappresenta il baluardo della sinistra in
Italia, le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi
anni non hanno affrontato minimamente il “problema” immigrati,
criminalizzando il movimento lotta per la casa che da anni si batte per
dare una vita più dignitosa a questi ragazzi/e. Ne è un’evidente
esempio la non concessione della cittadinanza, il rifiuto delle scuole
di Sesto di iscrivere i bambini del Luzzi, la perenne minaccia di
sgombero degli spazi occupati da migranti. Non bisogna però fare
l’errore di pensare che il nemico si trovi soltanto sulle poltrone di
Montecitorio o di Palazzo Vecchio, che le decisioni prese ad alti
livelli siano distanti dal pensiero popolare che invece invoca a gran
voce solidarietà ed uguaglianza. Niente di più sbagliato! I politici
stanno semplicemente cavalcando quella diffusa ondata di malcontento
popolare che si alimenta di ignoranza, odio verso il diverso, verso
l’invasore, verso chi pretende di venire a casa nostra a rubarci una
fetta di torta, a noi che, nonostante la crisi, rispetto a loro siamo
ancora talmente grassi da scoppiare. A tutto questo è doveroso
contrapporre accoglienza e solidarietà, quella vera. Perché quella che
è la nostra ricchezza è la povertà altrui, e forse a Rosarno, questa
volta, abbiamo semplicemente cominciato a pagarne il conto.

SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI DI ROSARNO E DI TUTTO IL MONDO!
SENZA FRONTIERE NESSUNO È CLANDESTINO!

Collettivo d’Agraria Firenze

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