Archivio Marzo 2010

Manifestazione No-inceneritore

 

Il Collettivo d’Agraria in occasione della MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO L’INCENERIMENTO che si terrà SABATO 17 APRILE A PARMA, organizza
un pullman per sostenere l’iniziativa.
E’ l’occasione giusta per
ribadire il nostro forte NO all’incenerimento dei rifiuti e un
altrettanto forte SI per le alternative sostenibili come la strategia
RIFIUTI ZERO.

Costo del pullman  € 10 a/r Firenze


 
Per prenotazioni contattare il collettivo: collettivodagrariafirenze@yahoo.it

Per la salute, l’aria pulita, l’acqua pubblica, la
difesa del
territorio e il bene comune, per la STRATEGIA RIFIUTI
ZERO!

Nella valle più inquinata d’Europa, la pianura Padana,
a
Parma, capitale della Food Valley
, vogliono costruire un
inceneritore che brucerà 130.000 ton. di rifiuti all’anno!

Noi vogliamo decontaminare la Food Valley con la
riduzione, il
riuso, il riciclo e l’estrusione finale dei rifiuti, cioè trattamento
senza
emissioni in atmosfera.
I rifiuti sono un difetto di progettazione,
in natura
non esistono, sono la cartina tornasole di un sistema economico e
sociale
difettoso. La lotta per una gestione corretta dei rifiuti, o meglio
delle
risorse, è una lotta per dare un futuro alle nuove generazioni.

E’ importante la presenza di tutti coloro che si battono
per la
tutela dei territori, per le persone, l’ambiente, la giustizia sociale. I
nostri
figli ci accuseranno, se restituiremo loro un territorio avvelenato.
Invitate
tutti i vostri contatti a questo evento divertente ed incisivo, per l’alternativa
all’incenerimento
dei rifiuti, per la corretta
gestione delle risorse.

Gli organizzatori sono a disposizione dei comitati che
vorrebbero
fermarsi a Parma nel weekend per organizzare il pernottamento presso
casa di
membri del Coordinamento di Parma.
Si prevede la partecipazione
di:

Il corteo inizierà alle ore 16: per le
indicazioni stradali, l’eventuale accoglienza e ulteriori dettagli sulle
altre
iniziative in programma nel fine settimana, il Coordinamento di Parma ha
predisposto questa
pagina di
benvenuto

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Collettivo d’Agraria – Firenze

Il Collettivo d’Agraria è costituito da studenti della facoltà che concepiscono l’università italiana come luogo di cultura (nel senso più ampio del termine) necessariamente accessibile a tutti e luogo di sviluppo della coscienza critica di ogni individuo.
Partecipano studenti che condividono i principi fondamentali di solidarietà, ambientalismo, antifascismo, antirazzismo, impegno civile e chiunque voglia dare il suo contributo nella discussione di problematiche studentesche. È il luogo migliore per essere informati delle decisioni importanti intraprese nella nostra facoltà e nel nostro Ateneo. Fanno parte del Collettivo, infatti, rappresentanti degli studenti in tutti gli organi collegiali della facoltà.
Le sue riunioni sono un’occasione importantissima non solo per un costruttivo scambio d’informazioni, ma anche per l’organizzazione di iniziative volte a migliorare le condizioni della didattica e del diritto allo studio. L’attività sociopolitica del Collettivo non si limita all’ambito universitario, ma da vita e sostiene iniziative sociali e culturali riguardanti i problemi e le contraddizioni della società.
Il Collettivo non è un’associazione, tanto meno un partito o un club, non servono tessere o moduli d’iscrizione, la partecipazione è quanto di più libero ci possa essere! Le riunioni si tengono generalmente in aula Murales (p.le delle Cascine) secondo le date affisse in bacheca (attualmente il lunedì alle 16).

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Solidarietà a chi Sciopera!

 

Esprimiamo piena solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori in
Appalto dell’Università oggi in sciopero di 2 ore (la prima e l’ultima
della giornata), per i ritardi nella consegna delle buste paga e per
l’assenza di un confronto sull’organizzazione del lavoro da parte delle
ditte.

Oltre a questi problemi i lavoratori  hanno sollevato una
questione ancor più importante, quella delle relazioni con l’Università.

Le lavoratrici ed i lavoratori in appalto svolgono
esclusivamente mansioni per l’Università: sono le persone che puliscono
i locali e che svolgono quotidianamente il servizio di portineria. La
logica vuole che l’Università gestisca direttamente questi servizi, ma
la realtà è ben diversa: questi servizi sono svolti da dipendenti di
ditte esterne, cioè salariati del settore privato

 

Ecco i motivi per i quali l’Università ha effettuato questa discutibilissima scelta:

  1. i lavoratori in appalto non godono giuridicamente delle
    tutele dei dipendenti pubblici. Un esempio recente di tale disparità di
    trattamento è stata la chiusura dell’Università il sabato. Mentre i
    dipendenti pubblici hanno subito una riorganizzazione degli orari lungo
    i restanti cinque giorni, in modo da non perdere ore, i lavoratori in
    appalto hanno semplicemente perso una giornata di lavoro e, dunque, una
    giornata di stipendio in meno a settimana. Oltre a questo, godono
    mediamente di salari più bassi;
  2. l’appalto è un contratto che l’Università stipula con
    una ditta esterna. Qualsiasi decisione dell’Università riguardante
    l’organizzazione del lavoro si riflette automaticamente sulla
    condizione di questi lavoratori senza che essi possano metter bocca o
    aprire un tavolo di trattativa con l’Università. L’ipotesi “estrema”
    della revoca (o della non riconferma) del contratto di appalto
    costituisce una spada di Damocle che pende sulla testa di questi
    lavoratori e li rende estremamente ricattabili. L’Università in questo
    modo si garantisce una flessibilità decisionale senza limiti, lasciando
    alla ditta, in modo pilatesco, il compito di gestire il conflitto con i
    dipendenti e di organizzarne il lavoro.
  3. il processo di esternalizzazione dei servizi pubblici è
    un fenomeno storico in divenire, avviatosi prepotentemente in Italia
    negli anni ‘90. Esso si basa sul postulato neo-liberista per cui
    ”privato è meglio”. Poiché non siamo nella scatola di Edgeworth dove
    tutti sono uguali e felici, ma in una società divisa in classi,
    possiamo dire che tale processo va a tutto vantaggio del grande
    capitale che può accaparrarsi fette di mercato in condizioni
    monopolistiche semplicemente subentrando alla gestione pubblica dei
    servizi. Il risultato è un palese peggioramento delle condizioni di
    lavoro ed un peggioramento del servizio, improntato ad un criterio di
    profittabilità più che di utilità.

Il sistema degli appalti garantisce ai lavoratori un
peggioramento in termini di precarietà e sicurezza sul lavoro, accanto
ad un aumento del controllo e della ricattabilità. Individuando
nell’Università la controparte con cui trattare, i lavoratori svelano
l’assurdità del sistema degli appalti, ed il suo essere funzionale
all’approfondimento dello sfruttamento

SOLIDARIETA’ ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI IN APPALTO!

REINTERNALIZZAZIONE E STABILIZZAZIONE PER TUTTE/I!

Collettivo Politico di Scienze Politiche, Collettivo di Lettere e Filosofia, Collettivo di Agraria, Spazio Liberato 400 Colpi

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